Perché usare il design per fare innovazione sostenibile? • didardo
Design thinking

Perché usare il design per fare innovazione sostenibile?

By 8 Maggio 2023 No Comments
Utilità del design thinking

Nel mondo odierno caratterizzato da dinamismo accentuato, incertezza e complessità, gli esseri umani e le organizzazioni sono spesso sopraffatti dall’abbondanza di prodotti, servizi e informazioni.
Tale abbondanza, non corrisposta da una reale domanda, genera una crisi di sostenibilità oggi lampante in tutto il mondo.

Il problema climatico è condiviso da tutti. Ormai tutti siamo consapevoli che la Terra ha una data di scadenza. Ben vengano allora tutte le strategie per ridurre il consumo di energie e tutte le azioni per proteggere l’ambiente… Ma non si tratta solo di correre ai ripari.
Dobbiamo anche cambiare approccio culturale, cambiare cioè modo di pensare. Un buon punto di partenza è pensare all’ambiente, per iniziare a fare le cose in modo diverso, per poi necessariamente allargarci a un’ottica di sostenibilità.

Perché, se è vero che le aziende sono parte del problema, è vero anche che esse sono parte della soluzione.

Le aziende possono svolgere un ruolo fondamentale nel cambiare le attuali pratiche non sostenibili attraverso prodotti, servizi e modelli di business innovativi e sostenibili.
Le aziende devono riprendersi il ruolo di essere, essenzialmente, risolutrici di problemi (o meglio: generatrici di opportunità). Sono specializzate nell’identificazione delle tipologie di problemi della società e nel saperle risolvere in modo proficuo.

Come fa il design a generare innovazione?

Quando parliamo di un prodotto o di un servizio oggi non è più sufficiente il modo in cui lo vendi e lo presenti per avere garanzia di successo.
Molto spesso come è fatto impatta su come lo vendi e su come lo presenti.
Se vuoi migliorare, e cioè avere impatto positivo nel mercato, sviluppo sostenibile duraturo e generazione di valore, devi gestire una serie di complessità e saper bilanciarle.

Il design è ciò che consente di conseguire questi risultati.
Il concetto di design si è evoluto nel tempo e noi in didardo usiamo il design thinking come risposta alla risoluzione di problemi e alle sfide che le aziende devono affrontare quotidianamente.

Se non lo sai, il design thinking è un processo finalizzato a trovare soluzioni creative a problemi reali, incentrato sul fruitore finale e sui suoi bisogni (lo abbiamo definito in un articolo di pochi mesi fa).
Nella sua accezione più semplicistica, il design thinking è dunque quel processo che trasforma gli imprenditori in designer e i designer in imprenditori, utilizzando post-it colorati, canvas, mappe e una serie di strumenti studiati ad hoc per semplificare sistemi ed esperienze complesse.
È un processo basato su attente ricerca e analisi delle esigenze del cliente, finalizzato alla realizzazione di prodotti o servizi desiderabili attraverso l’utilizzo di strumenti di progettazione innovativi e creativi.

Insomma: il design thinking ribalta il classico triangolo tipico delle business school, e mette al vertice le persone.

Andiamo sul concreto: il design thinking serve davvero?

Il design è sempre stato collegato all’obiettivo di un futuro migliore o, per meglio dire, migliorato. Dunque, perché non applicare lo stesso concetto anche alla sfida a cui sono chiamate le aziende oggigiorno, cioè quella di creare prodotti e servizi che impattino positivamente nella società e nell’ambiente?

Il design thinking è un approccio naturale che permette di migliorare ed esaltare le tecniche, i comportamenti e le abilità già esistenti.

È un nuovo, diverso, alternativo metodo di analisi, che si concentra su forme, su comportamenti e su interazioni umane. Prima di tutto il resto.

Andiamo sul concreto? Per iniziare, pensa solo ad alcuni dei fattori che il design thinking porta ad analizzare:

  • come un prodotto o servizio vive all’interno di un ecosistema;
  • come interagiscono le persone con quel prodotto o servizi;
  • che relazioni esistono tra i diversi elementi dell’ecosistema;
  • quali altri ecosistemi esistono;
  • come si possono ottenere nuovi dati, analizzando in modo diverso gli eventi all’interno degli ecosistemi;
  • quali sono i modelli di comportamento.
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Se ti stai ancora chiedendo se il design thinking serve davvero, pensa alla tua esperienza di imprenditore: quante volte ti è capitato di trovarti bloccato davanti a un problema? Quante volte pur ricorrendo all’analisi Swot non hai avuto la più pallida idea di come andare oltre e risolvere una situazione? Quanto tempo e risorse hai sprecato nel cercare di venirne fuori? Qual è stata la sensazione che hai provato?

Il design thinking serve proprio a evitare di ritrovarti senza alternative o, meglio ancora, a evitare di fare scelte sbagliate.

Ribaltando la classica visione del business, e di conseguenza dei relativi problemi, il design thinking ti permette di trovare idee innovative (o alla meno peggio soluzioni efficaci) per risolvere quei problemi.

Concludendo: perché i leader del futuro devono essere design thinker?

Perché i complessi problemi aziendali che continuano a nascere devono essere risolti da leader in grado di gestire il cambiamento, di reinventare i classici modelli aziendali più rapidamente rispetto ai competitor, senza perdere di vista lo sviluppo sostenibile dei propri prodotti e servizi.

L’adattabilità di un business a questi requisiti dipende dal modo in cui vengono gestite le sfide e i problemi.

Il design thinking è un processo che ti permetterà di affrontare i problemi con empatia e creatività, e ti permetterà di prevedere il futuro mettendo sempre i tuoi clienti al centro dell’attenzione.

Vuoi capire come mettere in pratica il design thinking nella tua azienda? Fissa un incontro con noi.