
Si può usare il design thinking per fare SEO? O forse vi starete chiedendo: “perché scomodare il Design Thinking per parlare di SEO?”
A prima vista potrebbe sembrare di mescolare capre e cavoli ma non è così: sappiamo bene che la SEO non è morta, ma è in un’evoluzione pazzesca e spettacolare. Anzitutto definiamo cosa andiamo a toccare con la SEO:
1) La SEO non è una lista!
2) La SEO non è l’ottimizzazione delle paroline con tag title e meta description.
3) La SEO non è pensare alla keyword density.
Di cosa stiamo parlando allora con SEO? In uno dei suoi articoli Taverniti dice:
Un SEO deve cercare di far diventare i propri progetti dei punti di riferimento tramite la produzione dei contenuti. Studiando i bisogni degli utenti.
Giorgio Taverniti
Ecco il punto chiave di un progetto SEO. E il design thinking è dunque lo strumento giusto in questo percorso: in questo articolo andiamo a indagare un progetto SEO tramite le 3 fasi del design thinking attuate da noi di didardo.
Anzitutto: la tua azienda rientra in uno di questi tre casi?
- Vuole capire se il prodotto o servizio sarà “ben voluto” dal mercato prima ancora di investirci troppo tempo e denaro (scopri il nostro servizio “Decollo”)
- Si sta chiedendo se e come innovare il prodotto/servizio per essere sempre un passo avanti nel mercato (noi ti supportiamo con il servizio “Evoluzione”)
- Sta pensando a un nuovo sito web, e-commerce, app o qualsiasi altro prodotto digitale, con conseguente progetto SEO (sì, sviluppiamo prodotti digitali per le aziende)
Bene, in ciascuno dei tre esempi sopra descritti, e in particolare nel caso di un nuovo sito web, l’approccio che usiamo in didardo basato sul Design Thinking aiuta a costruire contenuti SEO già dalla prima fase di Discover.
Approfondisci le 3 fasi del design thinking usate da didardo
Discover, la prima fase del design thinking
La prima fase si occupa di research e analysis, che permette di raccogliere e analizzare le metriche che sono interessanti per il prodotto/servizio e per l’azienda. Nella fase Discover si decide, in maniera più consapevole, i passi successivi per raggiungere gli obiettivi prefissati. Decidere in maniera consapevole significa decidere con tutte le informazioni possibili per ottimizzare tutte le fasi successive, per ridurre i rischi e/o aumentare i profitti.
In questa fase di Discover possiamo fare/usare:
- workshop esplorativi, di generazione idee e di future;
- mappatura dello stato esistente;
- osservazioni sul campo ovvero, nel caso di un sito esistente, test di usabilità sulla vecchia versione per capire cosa non va, cosa migliorare e cosa integrare nel nuovo sito;
- interviste, analisi quantitative dei dati (analytics, dati CRM…), questionari, feedback clienti e simili.
SEO e design thinking nella seconda fare: define
Nella seconda fase, cioè in quella di Define, si vanno a definire l’utente e il piano d’azione. In altre parole, si mettono insieme tutti i puntini trovati nella prima fase e si inizia ad andare sul concreto.
Gli strumenti a supporto sono il Customer Journey, le Personas e la mappatura degli stakeholder. Ciò ci consente di capire chi sono i nostri clienti e/o stakeholder, le loro abitudini, i loro problemi… Inoltre capiamo come si muovono e dunque dove sono i possibili touch-point dove io, Azienda/Brand, posso “intercettarlo”.
In questa fase importantissima capisci con chi stai parlando, dove intercettarlo e che contenuti produrre. Riflettici sopra: siamo proprio al punto chiave della SEO di cui parlavamo nell’introduzione.
Terza Fase Design Thinking – Design & Implementation
Una volta definite le prime due fasi, proseguiamo con la messa in pratica delle attività precedentemente identificate.
Con l’approccio del design thinking, anticipi e scopri le richieste del cliente così da creare i giusti contenuti. In sintesi, si tratta di tradurre in prodotto digitale le risposte più adeguate alle domande degli utenti, e visualizzate nella maniera più performante: testi, parole da mettere in evidenza, concetti da visualizzare tramite immagini o altri media…
Per ottenere questo bisogna entrare in “sintonia” con i propri clienti e/o stakeholder studiando la loro esperienza ad esempio con i vostri prodotti/servizi. Come visto, per fare questo bisogna coinvolgerli in questionari, interviste e workshop così da ricavare il maggior numero di dati quantitativi e qualitativi da utilizzare per creare strategie e relativi contenuti da creare.
In conclusione: il design thinking aiuta a fare SEO
Farsi aiutare dal design thinking per il tuo progetto SEO ti farà capire i veri bisogni delle persone e dunque di conseguenza l’individuazione dei termini di ricerca risulteranno più immediati e motivate.
Avrai anche più certezze nell’adottare o meno alcune scelte strategiche, come ad esempio la struttura del blog o la sezione FAQ. O ancora, presentare contenuti correlati o secondari sempre con la certezza dell’interesse di quei contenuti per i tuoi clienti.
Se vuoi un sito o un prodotto digitale che sia parte integrante della tua strategia di business, con contenuti interessati per il tuo pubblico e dunque ottimizzato dal punto di vista SEO, contattaci. Approfondiamo insieme l’obiettivo di ottenere un sito che sia, per te e per i tuoi clienti, davvero utile.