Come designer mi interrogo spesso su quale sia la parte più importane del mio lavoro. La mia risposta è che si deve capire come funziona la mente umana e progettare di conseguenza, per rendere più confortevole, usabile e funzionale un prodotto o un servizio. Questa risposta è collegata alle domande che sempre più spesso mi sento rivolgere da aziende mie clienti, grandi e piccole: cosa posso fare di diverso dai miei concorrenti? Come posso differenziarmi da loro? Come trovare il mio valore aggiunto? Che quid posso offrire in più?
La differenza sta nel come si progettano prodotti e servizi. La “mala-progettazione” è infatti un problema che ricade sia sulle aziende, che poi mi pongono i quesiti esposti sopra, sia su clienti e utenti finali… quante volte davanti a un nuovo prodotto vi è capitato di esclamare: “Per capire come si usa ci vorrebbe una laurea in ingegneria!”.
Probabilmente non è stata colpa vostra… semplicemente vi siete ritrovati nella situazione descritta da Donald A. Norman nel suo libro La caffettiera del masochista: “Gli uomini non sempre sono maldestri. Non sempre fanno errori. Ma ne fanno quando le cose che usano sono concepite e progettate malamente”.
Progettare dunque servizi e prodotti in modo adeguato è per le aziende una priorità. Anch’io, come designer e consulente, rifletto spesso come posso essere diversa dai miei competitors, e sono sempre più convinta di dover puntare proprio ad un ottimo design. Qual è il percorso che porta a costruire un buon progetto? Un buon progetto è come costruire un edificio che si basa su delle fondamenta solide. E quindi per partire bene dobbiamo imparare a “conoscere le persone”. O meglio “conoscere bene le persone a cui ci rivolgiamo, per poi progettare di conseguenza”. Senza perdere di vista il proprio business aziendale, perché la buona progettazione è proprio a supporto di questo!
La conoscenza passa attraverso alcune azioni fondamentali e basilari: l’ascolto dei miei clienti e il monitoraggio delle loro esperienze: sono state positive? Negative? Cosa è andato storto e cosa posso migliorare? È un trend omogeneo o qualcosa cambia in base alla stagione o in concomitanza di eventi particolari?
Oltre a questi accorgimenti (che andrebbero comunque approfonditi) è utile cercare di rispondere ad alcune altre domande:
Come scelgono le persone?Come pensano?Come decidono?Come ricordano?Come vedono?Cosa attira la loro attenzione?Come commettono errori?
Nei prossimi articoli parlerò proprio di queste tematiche, facendomi aiutare dagli studi di esperti di neuromarketing, mirati a capire il comportamento generale delle persone.
Che tu dunque sia un imprenditore, un marketer, un project manager o un designer, che tu voglia progettare un sito web, un’automobile, un paio di occhiali, un’app o un servizio il tuo target di destinazione saranno sempre e comunque persone.
Conoscere dunque come ragionano farà la differenza su come progettare, affinché l’esperienza di utilizzo sia ricordata non come un incubo ma con piacere.