Se lanciare l’ennesimo canale social o cambiare un tool non basta più, è il momento di un vero cambio di mentalità. Per ridurre costi, tempi e incomprensioni, serve una strategia che guardi oltre. Qui entrano in gioco il Design Thinking e il Manifesto della Comunicazione Non Ostile: il primo ci offre un metodo strutturato, il secondo una bussola etica per guidare ogni interazione.
Perché oggi “parlare” non significa più “farsi capire”
Il panorama attuale presenta sfide inedite per la comunicazione:
• Sovraccarico informativo: ogni giorno siamo sommersi da centinaia di e-mail, chat e notifiche. Senza un filtro ben progettato, il tuo messaggio rischia di perdersi nel rumore di fondo.
• Team ibridi e remoti: la possibilità di fraintendimenti si moltiplica, rendendo cruciale una comunicazione limpida.
• Cicli di progetto brevi: l’esigenza di agire rapidamente può trasformare la creazione di presentazioni e contenuti in un costoso collo di bottiglia.
Una comunicazione davvero efficiente interviene a monte, progettandosi con le persone e non solo per le persone, riducendo gli attriti prima che si manifestino.
Design Thinking: la tua cassetta degli attrezzi per comunicare meglio
Nato per l’innovazione di prodotto, il Design Thinking si rivela uno strumento potente anche per i messaggi, e per ottime ragioni:
• Parte dall’empatia: attraverso interviste, shadowing e mappe di contesto, ti permette di comprendere davvero come il tuo interlocutore legge, ascolta e decide.
• Favorisce la sperimentazione rapida: prototipi “low-fi” (come wireframe di newsletter, storyboard video o bozze LinkedIn) ti aiutano a scovare le incomprensioni quando ancora sono semplici ipotesi, evitando costi elevati.
• Condivide metriche visive: canvas e KPI chiari abbattono la “torre di Babele” tra marketing, sales e IT, creando un linguaggio comune.
• Trasforma la cultura interna: workshop iterativi generano “ambasciatori” interni che diffondono pratiche di co-creazione, rafforzando il tessuto comunicativo aziendale.
La bussola etica: i 10 principi del Manifesto
Il Manifesto della Comunicazione Non Ostile di Parole O_Stili offre dieci regole fondamentali per evitare conflitti, tutelare la reputazione del brand e costruire fiducia duratura:
- Virtuale è reale: Scrivi solo ciò che diresti di persona.
- Si è ciò che si comunica: Le tue parole ti rappresentano.
- Le parole danno forma al pensiero: Prenditi il tempo per esprimerti al meglio.
- Prima di parlare bisogna ascoltare: Nessuno ha sempre ragione.
- Le parole sono un ponte: Scegli vocaboli che avvicinano le persone.
- Le parole hanno conseguenze: Ogni frase che scrivi ha un impatto.
- Condividere è una responsabilità: Verifica le informazioni prima di diffonderle.
- Le idee si discutono, le persone si rispettano: L’interlocutore non è un nemico.
- Gli insulti non sono argomenti: Zero aggressività nel confronto.
- Anche il silenzio comunica: Talvolta, tacere è la scelta più saggia.
Integrare questo decalogo nelle retrospettive di sprint o nei playbook di brand-voice garantisce coerenza linguistica e riduce gli “incidenti” di tono tra reparti o con partner esterni.
In sintesi: efficienza comunicativa a portata di mano
• Metodo + Etica = Efficienza: Il Design Thinking accelera il come, mentre il Manifesto regola il cosa e il tono.
• Riduzione dei cicli di revisione: prototipare copy e visual prima della produzione finale dimezza i passaggi e le approvazioni.
• Fiducia a lungo termine: messaggi chiari, rispettosi e testati generano un engagement stabile, ben oltre i picchi occasionali.
Stancə delle “bozze infinite” e desiderosə di “messaggi che centrano il bersaglio al primo colpo”?
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